Vignola, Grazie a “Peribimbi.it” protocollo tra assessorato alla sanità e ufficio scolastico
Il rischio era quello di fare la fine, presto o tardi, degli Stati Uniti. Dove i bambini che ingurgitano il Ritalin – psicofarmaco prescritto contro la sindrome da deficit di attenzione e iperattività (o Adhd)- superano gli 11 milioni. Qui invece non succederà. O meglio, non in Emilia-Romagna e non attraverso i corridoi di una scuola, che invece Oltreoceano sono ormai diventati corsie preferenziali per proporre test sugli alunni. E se il pericolo alle nostre latitudini si può adesso dichiarare scampato, il merito va prima di tutto ai volontari di un’associazione che ha sede a Vignola: la ‘Peribimbi.it’. Che ci ha lavorato per 5 anni, convinta com’è che la stragrande maggioranza dei minori apparentemente più agitati e meno attenti in classe non siano pazienti in miniatura da curare a forza di pillole, ma bambini punto e basta. Ma per poter tagliare il traguardo – un protocollo d’intesa appena firmato dall’Ufficio scolastico e dall’Assessorato alla sanità regionali, che vieta in modo sempre più stringente quel genere di test nelle scuole – alla onlus vignolese non bastava creare una propria rete, cosa che ha fatto, ricca di competenze mediche e legislative di alto profilo. No. Serviva anche l’attenzione della politica, l’unica strada per metter mano alle normative e cambiare davvero la cose. E anche qui sono nati i legami giusti, che prima hanno portato Luciana Serri, consigliere regionale in quota Pd, a sollecitare la giunta con un’interrogazione ad hoc. E poi l’assessore alla sanità, Carlo Lusenti, a tradurre il tutto nel protocollo risolutivo. Ora quel documento vieta anche nelle scuole dell’Emilia-Romagna – solo Piemonte e Trentino c’erano già arrivati – quello che negli Usa è ormai una prassi consolidata, fomentata dalle case farmaceutiche: sottoporre i bambini, con l’autorizzazione dell’istituto stesso, a dei test comportamentali che possano diagnosticare l’Adhd in un certo numero di alunni. Non che nel nostro Paese i rischi fossero gli stessi, nonostante nel 2009 fu calcolato che fino a 60mila bimbi in Italia assumevano psicofarmaci.
Ma negli ultimi anni anche dalle scuole della nostra regione erano arrivate segnalazioni inquietanti da alcuni genitori, che riferivano di strani moduli portati a casa dai loro figli, e di ancor più strani consulenti pronti a proporre a prof e presidi ‘indagini’ sui comportamenti dei ragazzi.
Sul pericolo disinnescato, la chiosa è arrivata lunedì a Bologna, dove Carlo Lusenti e Luciana Serri, sono stati premiati dalla ‘Peribimbi.it’ per il loro sostegno. «Un premio – spiega la onlus vignolese. – che è un grazie da parte di tutti quei bambini la cui esuberante vivacità viene etichettata come patologia da sconfiggere con l’uso scriteriato di psicofarmaci».