Corriere della Sera: «Emilia-Romagna, vietato somministrare nelle scuole test di indagine psichica»

In prima linea nel dare voce ai più piccoli, Peribimbi.it Onlus premia la Consigliera Regionale Luciana Serri e l’Assessore alle Politiche per la Salute Carlo Lusenti.

“I figli, che per i primi tre anni ti hanno privato del silenzio e del sonno, già a quattro o cinque anni cominciano a pretendere vestiti e accessori firmati. Prima dei dieci ci hanno già cambiato cinque o sei cellulari. Nel frattempo devi accompagnarli a scuola, nuoto, tennis yoga, karate. Per omologarli devi imbottirli di psicofarmaci e spendere una fortuna dallo psichiatra. Il quadretto è agghiacciante, ma di pura finzione. Finzione… ne siamo certi? Non proprio: eppure il rischio di creare mostri, è in agguato dietro l’angolo.
Anche nelle migliori famiglie. Pargoli privati dell’infanzia, precoci adulti stizzosi in miniatura che sembrano fuggiti dal set di un film di Woody Allen. Se solo sapessimo ascoltare! Senza parole, con gesti a volte esasperati o congelati nei loro interminabili silenzi, i bambini parlano al cuore. Cuore cui spesso per distrazione o stanchezza noi ‘’grandi” restiamo sordi. Porre un freno ad una vivacità giudicata fuori dal comune con una giusta (giusta?) dose di psicofarmaci pare a volte la strada più facile per genitori assenti ed insensibili. Soprattutto se, complice un test di indagine psico-emotiva somministrato, “si suppone in buona fede”, durante l’orario
scolastico, la diagnosi suona spaventosa: Adhd, Attention-Deficit, Hyperactivity Disorder.
Come può un genitore disinformato comprendere a quale delle innumerevoli variabili del comportamento infantile quella parola stia dando nome? Non sta a noi stabilire se la sindrome da deficit di attenzione e iperattività, controversa malattia psichiatrica dei bimbi troppo vivaci, esista o sia piuttosto la coperta di Linus di chi non sa come gestire un comportamento sopra le righe che fa dell’altro un diverso. Il dibattito è tutt’ora aperto. È però opportuno ricordare che nel nostro paese, il Metilfenidato, Ritalin negli Stati Uniti, panacea destinata a chi si suppone affetto da Adhd, seppur molto simile dal punto di vista molecolare alle “droghe di strada”, non è purtroppo considerato uno stupefacente e viene sdoganato come farmaco, oggi anche in Italia. Oltreoceano i minori iperattivi curati con il Ritalin superano la soglia degli 11 milioni. E se a breve termine risultati possono apparire apprezzabili, la lunga distanza sconfessa le aspettative. Tanto che gli effetti nefasti, da sempre riscontrati in chi assume anfetamine, si traducono spesso in episodi psicotici, illusioni paranoiche, tendenza al suicidio (in bambini in età scolare!) Ecco perché il riconoscimento consegnato lunedì 22 settembre dall’associazione Peribimbi.it al consigliere regionale
Luciana Serri e all’assessore alle politiche per la salute della regione Emilia-Romagna Carlo Lusenti, è un abbraccio da parte di tutti quei fanciulli la cui esuberante vivacità viene etichettata come patologia da sconfiggere con l’uso scriteriato di psicofarmaci. Il protocollo d’intesa tra assessorato regionale alla sanità e ufficio scolastico della regione Emilia-Romagna, strumento pensato ad hoc per sostenere gli alunni con bisogni educativi speciali, è oggi un compiuto atto di garanzia nei confronti dei minori. Merito dell’impegno messo in campo dal binomio Serri-Lusenti. Merito dell’abnegazione dimostrata da Peribimbi.it, onlus di Vignola nata nel 2009 per dare voce alle esigenze dei più piccoli.
“La regione Emilia-Romagna ha sempre mostrato grande sensibilità e attenzione in merito a tutto ciò che riguarda i giovani e i giovanissimi – puntualizza Luciana Serri. – Nei mesi scorsi ci siamo spesso confrontati sulle implicazioni legate ai disturbi da deficit dell’attenzione in età precoce. Sollecitata dall’associazione Peribimbi.it di cui apprezzo e condivido la missione, conscia di quanto eventuali iniziative non corrette intraprese in ambito scolastico possano risultare deleterie, ho chiesto di inserire nel Protocollo d’intesa il divieto di somministrare in classe test volti
a determinare lo stato psichico ed emotivo dei minori. Richiesta che nell’assessore Carlo Lusenti ha trovato un interlocutore subito disponibile”. Disponibile perché convinto che il compito della scuola non si risolva nella sola istruzione. “La scuola è un luogo sicuro di educazione e accoglienza, non un posto dove i bambini vengono traditi – è la conferma di Lusenti – Il risultato ottenuto, assai positivo, è frutto della volontà comune di prevenire eventuali manipolazioni nei confronti di chi siamo tenuti a proteggere. E testimonia come, in alcuni casi, a problemi complicati corrispondano soluzioni semplici”.
Tutelare il diritto dei più piccoli alla vivacità non significa nascondere la testa sotto la sabbia o ignorare i prodromi di un disagio che può sfociare nella patologia. Significa prendere per mano i nostri figli e godere insieme a loro di un percorso di crescita il cui intento non è demonizzare l’uso dei farmaci quanto piuttosto stigmatizzarne l’impiego indiscriminato. “L’istruzione, soprattutto dell’obbligo, deve garantire all’individuo la certezza di essere accettato e amato per le proprie peculiarità – sottolinea Cristina Simonini Presidente di Peribimbi.it, onlus dalle spalle sempre più larghe che oggi conta 70 iscritti – L’arbitraria somministrazione di test psico-comportamentali in ambito scolastico
è un’ingerenza dai risvolti pericolosi. Informare: ecco in una sola parola il nostro primo obiettivo che è indirizzato alla tutela del diritto alla salute e alla vita dei nostri bambini come cita l’articolo 2 della Dichiarazione dei Diritti Umani”. Quegli stessi bambini protagonisti di uno dei discorsi più commoventi che la storia recente ricordi. Era 1’11 ottobre 1962. “Tornando a casa, troverete i bambini. Date loro una carezza e dite: questa carezza è del Papa”. Una voce quella di Giovanni XXIII che, rotta dalla commozione, resterà immortale. Così come il suo insegnamento. “Somministriamo” una carezza ai bambini. Spesso non chiedono altro.