Adhd: la Giunta dice no ai test nelle scuole

Disturbi dell’attenzione: l’Unione vuole vietare i questionari psico-comportamentali sui bambini

Un riconoscimento ai sindaci da parte dell’associazione Peribimbi.it Onlus con la dedica: “La scuola come luogo di istruzione e crescita non come luogo in cui effettuare test per diagnosticare patologie e disturbi comportamentali”.
Il riconoscimento particolare è arrivato a tutti i sindaci dell’Unione Terre di Castelli, durante l’ultima seduta di Giunta: si tratta di un attestato di riconoscenza da parte di una delegazione dell’associazione Peribimbi.it Onlus a seguito dell’approvazione della delibera di giunta sul tema “Somministrazione nelle scuole di test e questionari relativi allo stato psichico ed emozionale degli alunni, se non finalizzati ad uso interno ed esclusivamente didattico e legge regionale riguardante la somministrazione di sostanze psicotrope ai minori: atto di indirizzo”.
Nella delibera si invitano le scuote di ogni ordine e grado dell’Unione Terre di Castelli, riconoscendo l’autonomia delle istituzioni scolastiche, ad inserire nei regolamenti di istituto il divieto a somministrare agli allievi test psico-comportamentali se non finalizzati ad uso interno di tipo didattico ed educativo.
Si invita inoltre la regione Emilia Romagna a legiferare sulla materia come già fatto in Piemonte e nella Provincia Autonoma di Trento.
In particolare, si parla di una serie di test somministrati all’interno delle scuole degli Stati Uniti, di diversi paesi europei ed anche in Italia per diagnosticare l’Adhd, sindrome da disattenzione ed lperattività (su cui gli studiosi dibattono ancora essendo per alcuni specialisti da non considerare una vera e propria patologia) e che per essere curata porta spesso alla prescrizione di psicofarmaci ai bambini. L’ obiettivo della delibera e dell’attività di Peribimbi.it Onlus «non riguarda una presa di posizione sul dibattito se l’Adhd sia o no una patologia – dice l’Unione – ciò che si intende sottolineare è che la scuola è e deve continuare ad essere un luogo di istruzione, di crescita e di sviluppo dei potenziali dei bambini, dove insegnanti e genitori cooperino all’ottenimento di tale finalità nel rispetto e nella tutela dei diritti dei bambini stessi. Ogni altro intervento volto alla valutazione dello stato psichico del minore non può essere considerato di competenza delle istituzioni scolastiche. Gli eventuali interventi devono avvenire all’interno in strutture sanitarie pubbliche e sotto lo stretto controllo di operatori sanitari qualificati su precisa richiesta delle famiglie».